Il tetrapak C PAP 84, da quando è stato inventato nel 1951, è uno degli imballaggi più utilizzati, soprattutto nel settore alimentare. Nonostante sia in circolazione da decine di anni, non tutti sanno ancora dove si butta il tetrapak C PAP 84 o cosa significhi il codice C PAP 84.
Ormai latte, succhi di frutta, passate di pomodoro, salse, verdure congelate, sughi pronti e molto altro ancora vengono confezionati con il tetrapak (o simili).
Storicamente, sono stati imballaggi molto importanti perché hanno di fatto rivoluzionato il metodo di trasporto e conservazione degli alimenti, garantendo una maggiore resistenza, una maggiore protezione del prodotto prolungandone la freschezza e migliorandone l’igiene. Senza dubbio, gli imballaggi in tetrapak sono contenitori estremamente performanti e ben ingegnerizzati ma, allo stesso tempo, hanno dei problemi dal punto di vista del riciclo.
Come saprai, questi contenitori sono fatti di un materiale poliaccoppiato (identificato dalla lettera C del codice del riciclo), cioè sono costituiti da vari materiali. Questa caratteristica, come abbiamo detto, causa vari problemi nella gestione del rifiuto, sia dal punto di vista impiantistico che dal punto di vista del consumatore che non sempre sa dove si butta il tetrapak C PAP 84.
Il tetrapak C PAP 84 è costituito da strati di carta (come indicato dalla scritta PAP nel codice), plastica e alluminio non separabili in casa e quindi non differenziabili singolarmente a monte della raccolta differenziata. In generale, quando si ha a che fare con imballaggi costituiti da più di un materiale, questi possono essere gettati nel contenitore relativo al materiale di cui è prevalentemente costituito l’imballaggio.
Nel caso del tetrapak C PAP 84, che è costituito prevalentemente da carta, la confezione può essere gettata nel contenitore della raccolta differenziata di carta e cartone.
Oramai tutti i Comuni dovrebbero accettare il conferimento del tetrapak C PAP 84 insieme alla carta e al cartone. Se hai dubbi su dove si butta il tetrapak nel Comune in cui vivi, ti consiglio, come faccio sempre, di cercare informazioni in merito nel regolamento del tuo Comune di appartenenza.
Approfondimenti e risorse sul tema “C PAP 84: dove si butta il tetrapak”
- Come fare la raccolta differenziata (pt.2): per scoprire cosa sono i materiali poliaccoppiati e come fare a riconoscere i codici del riciclo;
- C LDPE 90: altro materiale poliaccoppiato molto diffuso (sacchetto del caffè);
- C PAP 81: altro materiale poliaccoppiato molto diffuso (sacchetto dei biscotti);
- Azienda Tetra Pak: sito dell’azienda Tetra Pak;
- Tetra Pak: pagina di Wikipedia si Tetra Pak;
EcoPlasteam: azienda italiana che ricicla il tetrapak ottenendo il materiale che loro hanno chiamato EcoAllene.
Composizione ufficiale tetrapak C PAP 84: da cosa è composto il tetrapak
Cartone 71%
Il cartone rappresenta il componente prevalente delle confezioni in tetrapak. Come sappiamo il principale uso che si fa del tetrapak è per produrre imballaggi alimentari leggeri, sicuri e igienici. Per poter rispettare quest’ultimo standard, non viene utilizzata carta riciclata ma sempre carta vergine proveniente, ogni volta, da nuovi alberi.
Perciò, nonostante la carta e il cartone utilizzato per la produzione delle confezioni in tetrapak sia riciclabile, il materiale che l’azienda deve usare è ogni volta materiale vergine.
L’azienda comunque rassicura i consumatori sostenendo che tutto la carta e il cartone vergine che acquista proviene da legno ricavato da foreste certificate secondo lo standard internazionale FSC (Forest Stewardship Council) o da altre fonti che rispettano gli stessi criteri di controllo.
La gestione delle foreste garantita dal marchio FSC assicura che le foreste dalle quali si ricava il legno (e successivamente la carta), preservino la biodiversità del luogo di produzione, non abbiano impatti ambientali negativi e supportino i lavoratori locali (spesso il legno viene ricavato da paesi decisamente più poveri di quelli in cui poi verrà venduta la carta).
Polimeri 24%
Il 24% delle confezioni in tetrapak C PAP 84 è composta da sottili strati di polimeri plastici. Questi strati sono utili per evitare la fuoriuscita di ciò che è contenuto nell’imballaggio (tipicamente un liquido) e per isolare il prodotto, allungandone la durata di conservazione.
Inoltre, la plastica viene utilizzata anche per la creazione di tappi, chiusure varie e cannucce (anche se recentemente si è iniziata la produzione di cannucce di carta).
A differenza di quanto detto per la carta, per realizzare gli strati di plastica e gli accessori, si può utilizzare plastica riciclata o plastica proveniente da fonti rinnovabili. In realtà però, attualmente, i polimeri plastici tradizionali provenienti da fonti fossili sono ancora di gran lunga i più utilizzabili a causa di una industria del riciclo della plastica che stenta a decollare.
Alluminio 5%
Il sottilissimo strato di alluminio (più sottile di un capello) presente negli imballaggi in tetrapak C PAP 84, assume una fondamentale importanza nella conservazione del prodotto.
Lo strato di alluminio rende, in parole povere, asettica e sterile la confezione, proteggendo il prodotto precedentemente sterilizzato.
La pratica di sterilizzazione tradizionale degli alimenti è detta “appertizzazione” e viene effettuata quando il prodotto è già all’interno della confezione. Grazie alle innovazioni nel campo degli imballaggi, attualmente è possibile sterilizzare separatamente l’alimento e la confezione, con il vantaggio di poter utilizzare le condizioni ottimali per la sterilizzazione di ciascuno. Questo tipo di sterilizzazione risulta essere più efficace e, per alcune di tipologie di alimenti, ha reso possibile il trasporto degli alimenti al fuori della catena del freddo, riducendo di fatto il consumo energetico necessario.
Questo sottilissimo strato di alluminio però, secondo i dati forniti nei report di sostenibilità della Tetra Pak, è il responsabile di un terzo dell’impatto sul clima e sull’ambiente dei materiali che costituiscono gli imballaggi tetrapak C PAP 84. L’estrazione della bauxite, roccia che costituisce la principale fonte per la produzione dell’alluminio, è nota per avere un grosso impatto ambientale in termini di emissioni di gas a effetto serra, utilizzo di risorse idriche, biodiversità, diritti umani e del lavoro.
Soluzioni alternative all’alluminio devono essere una priorità nel processo di transizione ecologica a cui tutti ambiamo.
Sostenibilità ambientale del tetrapak: cosa succede dopo che si butta il tetrapak
Data la grande diffusione a livello mondiale, la riciclabilità deve essere un requisito indispensabile del tetrapak. Nell’ottica di un’economia circolare, dove i rifiuti diventano risorse, il riciclo del tetrapak deve essere una assoluta priorità.
La Tetra Pak sostiene che il loro materiale di confezionamento C PAP 84 sia “in media, oltre il 70%, è costituito da fibre di carta lunghe e resistenti che possono essere riciclate più volte“. Inoltre, l’azienda svedese ritiene che “il sottile strato di polimeri – o plastica – nei nostri cartoni per bevande può essere mescolato con altri polimeri e trasformato in nuovi prodotti, come tegole, casse, scatole di cartone e altro ancora.”.
Quindi sia la parte cellulosica che la parte plastica possono essere isolate e riciclate. Inoltre, le parte accessorie, come ad esempio il tappo o cannuccia possono essere separate dal resto della confezione direttamente dal consumatore in casa e gettate nell’apposito bidone della plastica.
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, la Tetra Pak ritiene che il fatto che le cannucce e tappi delle confezioni non siano “attaccati” ad esse in modo da non essere separabili, sia un problema. Forse un approccio controintuitivo ma che in fondo ha senso di esistere. Secondo l’azienda infatti, il fatto che il tappo e le cannucce non siano solidali alla confezione in C PAP 84, agevola notevolmente il fenomeno del littering.
In italiano potremmo tradurre littering con “abbandono di rifiuti“. Siamo ormai soliti vedere rifiuti gettati in strada, lasciati sulle spiagge o nelle aree pubbliche anziché essere conferiti negli appositi cestini. Il fatto che, attualmente, i tappi e le cannucce si separino facilmente dalla confezione, non farebbe altro che incrementare il problema.
Per questo motivo la Tetra Pak starebbe pensando a delle confezioni innovative che presentino tappi non separabili e cannucce integrate direttamente nella confezione stessa. Nel mentre l’azienda vanta di essere la prima azienda di confezionamento in Europa ad aver introdotto le cannucce di carta.
In fin dei conti è sempre complicato tirare le somme e capire se i vantaggi portati dal tetrapak (soprattutto in termini di igiene e facilità di trasporto) superino gli svantaggi di aver invaso il marcato con imballaggi costituiti da un poliaccoppiato costituito da materiali non facilmente separabili.
Non ci resta che confidare nella scienza e nell’innovazione nel campo degli imballaggi e nel riciclo dei materiali.