Che cosa significa questo simbolo? E cosa è questo codice? Sono sicuro che queste sono due domande che almeno una volta nella vita tutti noi ci siamo posti guardando l’etichetta degli imballaggi.
Sapere come fare la raccolta differenziata non è sempre facile e immediato. Ho quindi pensato di creare questa guida per aiutarti. In questo articolo ti svelerò il significato dei simboli e dei codici del riciclo che trovi sugli imballaggi.
Inoltre, come probabilmente già saprai, questa è la seconda parte di un articolo più ampio.
Prima di proseguire con la lettura di questo articolo ti suggerisco di leggere “Come fare la raccolta differenziata (parte 1)”.
La prima parte è stata principalmente introduttiva: ho spiegato qual è la regola principale della raccolta differenziata e quali sono le eccezioni, ho parlato degli imballaggi e ho introdotto i simboli e i codici del riciclaggio.
In questa parte della guida invece parlerò diffusamente e specificatamente dei simboli e dei codici del riciclo.
Inoltre ti ricordo che c’è anche un’ulteriore parte della guida.
Nella terza e ultima parte ho messo in evidenza gli errori più comuni in cui si incorre quando si fa la raccolta differenziata e ho spiegato come fare per non commetterli più.
Inoltre, per capire il vero motivo per cui si fa la raccolta differenziata puoi leggere anche “Perché si fa la raccolta differenziata“.
Ora possiamo partire con la seconda parte della guida “Come fare la raccolta differenziata”.
Distinzione tra codici e simboli del riciclo
Devi sapere che agli imballaggi è associato un codice univoco che identifica la natura del materiale. Per rendere più chiaro e comprensibile il codice esistono anche dei simboli grafici ad esso riferiti. Cerco di essere più chiaro e di semplificare il discorso.
Esistono essenzialmente due tipi di etichette applicabili sugli imballaggi:
- codici alfanumerici che identificano la natura del materiale o dei materiali di cui è composto l’imballaggio;
- simboli grafici che integrano il codice o che ci fanno capire come l’imballaggio vada gettato.
Quindi, per rendere tutto ancora più chiaro possiamo dire che:
- i codici sono composti da numeri e lettere e ci dicono da cosa è composto un imballaggio;
- i simboli sono delle figure che ci possono dire da cosa è composto un imballaggio o che ci possono aiutare a capire come gestire la separazione e come è gestita la raccolta.
I codici del riciclo sono stati definiti dalla Decisione della Commissione Europea 97/129 mentre i simboli grafici del riciclaggio sono stati definiti con varie norme tecniche (CR 14311:2002, UNI EN ISO 14021:2002) e con il Decreto Ministeriale (D.M. 28/06/89).
Il Decreto prevedeva l’obbligatorietà dell’utilizzo di alcune etichette (come ad esempio “Non disperdere il contenitore nell’ambiente) mentre ora è in vigore, in via facoltativa, solo per gli imballaggi del settore alimentare.
Mi rendo conto che citare le varie normative può non esserti particolarmente divertente e scorrevole ma ho comunque ritenuto fosse utile esplicitarle per capire la differenza tra “codice” e “simbolo” e da dove vengono tutte queste etichette.
A questo punto direi che siamo pronti per partire e per scoprire che cosa sono effettivamente questi codici e questi simboli del riciclo e che cosa essi significano.
Indice dei contenuti
I codici del riciclo
Saper identificare i codici del riciclo e conoscerne il significato aiuta notevolmente nel fare la raccolta differenziata. Quando non si sa da cosa è composto un imballaggio basta guardare il codice di riciclaggio per essere certi di dove questo vada gettato.
Questi codici sono presenti nella maggior parte degli imballaggi ma non in tutti. Perché questo? E’ una domanda che mi sono posto spesso anche io senza trovare una risposta concreta.
Come ho già detto in “Come fare la raccolta differenziata (parte 1)”, la normativa prevede che la presenza dei codici del riciclo sugli imballaggi sia facoltativa.
Per quanto strano sembri, ti assicuro che è proprio così.
Ecco qua l’articolo 3 della Decisione della Commissione Europea 97/129: “Il loro uso (dei codici del riciclaggio, ndr) sarà volontario, nel caso dei materiali plastici, dei materiali di carta e cartone, dei metalli, dei materiali in legno, dei materiali tessili, dei materiali in vetro e dei materiali composti”.
Imporre ai produttori l’obbligo di esporre il codice del riciclaggio nei loro imballaggi sarebbe un’azione che non comporterebbe particolari costi ma che aiuterebbe notevolmente i cittadini a differenziare meglio.
In fondo, l’articolo 3 della stessa Decisione Europea, introduce la possibilità di renderli obbligatori: “La decisione sull’eventuale introduzione del sistema di identificazione su base obbligatoria per uno o più materiali può essere adottata in conformità con la procedura di cui all’articolo 21 della direttiva 94/62/CE”. Pare che nessuno per ora abbia approfittato di questa possibilità.
Il bilancio costi-benefici sarebbe nettamente a favore dei benefici.
Differenziando correttamente i rifiuti permettiamo all’industria del riciclo di lavorare al meglio favorendo la realizzazione e la diffusione dell’economia circolare.
Attraverso la raccolta differenziata abbiamo il potere di trasformare i nostri rifiuti in una preziosa risorsa. Esercitando questa semplicissima azione di sostenibilità, anziché far finire i rifiuti in un inceneritore, diamo loro la possibilità di rinascere.
Noi cittadini abbiamo il dovere di fare una buona raccolta differenziata, ma le istituzioni devono metterci nelle migliori condizioni per farla. Sono sicuro che imporre l’esposizione dei codici del riciclo negli imballaggi aiuterebbe tantissimo.
Come si presentano i codici del riciclo e cosa significano
Come ho già detto nel paragrafo iniziale i codici si differenziano dai simboli in quanto sono formati semplicemente da lettere e numeri, senza nessuna figura. Costituiscono un vero e proprio sistema di identificazione per i materiali degli imballaggi.
Per farla breve, i codici del riciclaggio non sono altro che numeri accompagnati da abbreviazioni del nome del materiale che costituisce l’imballaggio.
All’articolo 1 della Decisione della Commissione Europea possiamo infatti leggere: “La presente decisione, che riguarda tutti gli imballaggi di cui alla direttiva 94/62/CE, istituisce la numerazione e le abbreviazioni su cui si basa il sistema di identificazione che descrive la natura del o dei materiali di imballaggio utilizzati”.
All’articolo 3 invece, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, vengono chiariti quali sono i materiali con i quali sono composti gli imballaggi. Questi sono:
- plastiche;
- carta e cartone;
- metalli;
- legno;
- materiali tessili;
- vetro;
- materiali composti (poliaccoppiati).
Tutti i vari materiali hanno un codice del riciclo abbinato. Questo è costituito, come abbiamo detto, da un numero e da un’abbreviazione.
Vediamo allora quali sono questi codici del riciclo istituiti dalla Decisione della Commissione Europea più volte citata.
Plastiche (il consorzio che se ne occupa è Corepla)

Le materie plastiche sono dei materiali organici e sono costituite da polimeri (ovverosia grandi molecole formate da una catena di gruppi molecolari più piccoli legati chimicamente tra loro) tipicamente derivanti dal petrolio.
Esistono tantissimi tipi di polimeri plastici ma i più diffusi nel mondo degli imballaggi sono 6. Corepla riferisce che tutti gli imballaggi plastici, a prescindere dal polimero e dalla codifica, possono essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica.
- Polietilene tereftalato: il codice del riciclo è PET 1 o PETE 1. E’ il classico materiale di cui sono fatte le bottiglie, i film o le etichette. Viene soprattutto utilizzato per contenere liquidi.
- Polietilene ad alta densità: il codice del riciclo è HDPE 2 o PE-HD 2. Viene usato per la realizzazione di oggetti o imballaggi più rigidi come i flaconi dei detersivi, i giocattoli o i tappi delle bottiglie.
- Cloruro di polivinile: il codice del riciclo è PVC 3. Non è molto usato per la realizzazione di imballaggi.
- Polietilene a bassa densità: il codice del riciclo è LDPE 4 o PE-LD 4. Viene usato soprattutto per la realizzazione di film, pellicole, buste, per la realizzazione dei contenitori delle uova o dei tipici contenitori forati trasparenti che contengono, ad esempio, i pomodorini o le fragole.
- Polipropilene: il codice del riciclo è PP 5. Ha un utilizzo molto vasto che va dai giocattoli ai flaconi, dagli articoli casalinghi ai film.
- Polistirene o polistirolo: il codice del riciclo è PS 6. Molte vaschette per alimenti sono fatte di polistirolo, così come alcune stoviglie monouso. Viene usato anche come protezione del contenuto di alcune scatole e come materiale isolante e fonoassorbente.
- Altre plastiche: il codice del riciclo è 7. Esistono tantissimi polimeri plastici e non tutti hanno un codice del riciclo identificativo; per tutte queste plastiche si usa genericamente il codice 7.
Per rendere più semplice la comprensione dei codici (e dei simboli) del riciclo per quanta riguarda gli imballaggi in plastica ho creato una infografica. E’ simile a quella che troverai alla fine di questo articolo. Per scaricarla fai click sul pulsante qua sotto.
Carta e cartone (il consorzio che se ne occupa è Comieco)

- Cartone ondulato: il codice del riciclo è PAP 20. Il tipico materiale utilizzato per gli imballaggi adatti soprattutto al trasporto. Formato da due superfici di carta piane che racchiudono una carta ondulata, è un materiale perfetto per la creazione di imballaggi in quanto è allo stesso tempo rigido, resistente e flessibile. Sicuramente preferibile rispetto agli imballaggi in plastica dal punto di vista della ecosostenibilità.
- Cartone non ondulato: il codice del riciclo è PAP 21. Comunemente noto come cartoncino (grammatura <200 g/m2), viene usato per gli imballaggi che contengono il prodotto (vedi la scatola delle merendine) o che lo avvolgono.
- Carta: il codice del riciclo è PAP 22. La carta ha mille usi che tutti conosciamo. Ti ricordo inoltre che è possibile conferire nella raccolta differenziata della carta/cartone anche la carta stampata come giornali, libri, riviste, quaderni.
Metalli (i consorzi che se occupano sono Ricrea e CiAl)
- Acciaio: il codice del riciclo è FE 40. Il consorzio che se occupa è Ricrea. In casa possiamo trovare molti di questi imballaggi: barattoli dei pelati, scatolette di tonno, tappi delle bottiglie di birra sono tutti fatti in acciao. In ambito industriale sono invece molto diffusi i fusti più o meno grandi che possono contenere ad esempio latte, vernici o petrolio. L’acciaio è riciclabile al 100% e infinite volte e quindi si può considerare un materiale ecosostenibile (purché si usi sempre più il materiale riciclato).
- Alluminio: il codice del riciclo è ALU 41. Il consorzio che se occupa è CiAl. Si trovano imballaggi di tutti tipi: rigidi, semirigidi e flessibili. Basti pensare alle lattine per bevande, alle bombolette spray o alle scatolette, alle vaschette per alimenti, ai tubetti o al classico foglio sottile da cucina (che deve essere conferito nella raccolta differenziata dei metalli a patto che non sia eccessivamente sporco).
Ma Roberto, mi è capitato di trovare imballaggi metallici senza il codice! Come posso fare per riconoscere se è fatto di acciaio o di alluminio??
Semplice! L’alluminio è completamente amagnetico e quindi, se avvici una calamita non succede niente.
Invece l’acciaio è una lega composta principalmente da ferro e quindi è magnetico.
Questo è un metodo infallibile per riconoscere il materiale dell’imballaggio. In casa comunque potrebbe non servirci fare questa differenziazione in quanto sia l’acciaio che l’alluminio vanno gettati nella raccolta differenziata dei metalli.
Legno (il consorzio che se ne occupa è Rilegno)

- Legno: il codice del riciclo è FOR 50. Gli imballaggi in legno sono soprattutto imballaggi terziari o per il trasporto (per sapere cosa sono leggi il paragrafo dedicato agli imballaggi in “Perché si fa la raccolta differenziata”). La tipologie di imballaggio in legno più usate sono i pallet o le bobine dove si avvolgono i cavi. Imballaggi in legno che vediamo più spesso sono invece le cassette utilizzate per la raccolta, lo stoccaggio, la vendita e il trasporto dei prodotti ortofrutticoli o ittici.
- Sughero: il codice del riciclo è FOR 51. E’ un materiale 100% riciclabile e riutilizzabile e il principale utilizzo che se fa, come tutti sappiamo, è per la realizzazione di tappi.
Materiali tessili (il consorzio che se ne occupa è il CONAU)

- Cotone e juta: i codici del riciclo sono rispettivamente TEX 60 e TEX 61. Difficile vedere questi simboli. Se non altro perché gli imballaggi in cotone e juta sono rari soprattutto da quando non possono più essere utilizzati nel reparto ortofrutticolo dei supermercati.
Vetro (il consorzio che se ne occupa è CoReVe)

- Vetro incolore: il codice del riciclo è GL 70. Il classico vetro che si usa per le bottiglie di acqua e alcolici o per i barattoli.
- Vetro verde e vetro marrone: i codici del riciclo sono rispettivamente GL 71 e GL 72. Il vetro verde viene usato soprattutto per le bottiglie di birra o di olio mentre quello marrone soprattutto per il vino.
Il vetro è un materiale enormemente ecosostenibile.
E’ riciclabile infinite volte e gli oggetti di vetro riciclato hanno le stesse caratteristiche di quelli originari. Inoltre si presta molto bene al riutilizzo: è sufficiente pulire bene una bottiglia o un barattolo di vetro affinché possa essere riutilizzato. Quando possiamo, molto meglio utilizzare il vetro rispetto alla plastica.
Materiali composti o Poliaccoppiati
La pluricitata Decisione 97/129/CE fornisce indicazioni anche per gli imballaggi composti da diversi materiali (carta/plastica/alluminio/vetro), i poliaccoppiati.
Un materiale poliaccoppiato o composto si riconosce dalla particolare abbreviazione che lo contraddistingue. L’abbreviazione è così composta:
C / abbreviazione materiale prevalente
Mi spiego meglio.
La lettera C identifica che l’imballaggio che hai tra le mani è costituito da un materiale composto.
Dopo la “/” è riportata l’abbreviazione che identifica, tra i vari materiali di cui è composto l’imballaggio, il materiale che lo compone maggiormente in percentuale. Leggendo questa sigla, sarai in grado di capire dove va gettato.
Ogni tipologia di imballaggio poliaccoppiato è ovviamente accompagnato anche da un numero.
La combinazione dell’abbreviazione e del numero, costituisce il codice del riciclo di questi imballaggi.
Per capirci meglio vediamo come esempio alcuni di questi codici:
- C/PAP identifica un imballaggio composto da un materiale poliaccoppiato che è costituito in prevalenza da carta.
- C/LDPE identifica un imballaggio composto da un materiale poliaccoppiato che è costituito in prevalenza da polietilene a bassa densità.
- C/ALU identifica un imballaggio composto da un materiale poliaccoppiato che è costituito in prevalenza da alluminio.
Questa indicazione basta per capire dove buttare l’imballaggio poliaccoppiato.
Se invece vogliamo capire esattamente da cosa è costituito allora dobbiamo guardare il numero che si accompagna all’abbreviazione.
- C/… 80 → carta e cartone/metalli vari
- C/… 81 → carta e cartone/plastica
- C/… 82 → carta e cartone/alluminio
- C/… 83 → carta e cartone/latta
- C/… 84 → carta e cartone/plastica/alluminio
- C/… 85 → carta e cartone/plastica/alluminio/latta
- C/… 90 → plastica/alluminio
- C/… 91 → plastica/latta
- C/… 92 → plastica/metalli vari
- C/… 95 → vetro/plastica
- C/… 96 → vetro/alluminio
- C/… 97 → vetro/latta
- C/… 98 → vetro/metalli vari
Facciamo degli esempi riunendo tutto ciò che ho detto finora. Se in un imballaggio trovi il codice del riciclo:
- C/PAP 81 significa che hai in mano un imballaggio composto da carta e plastica, con prevalenza di carta (le confezioni dei biscotti ad esempio);
- C/PAP 84 significa che hai in mano un imballaggio composto da carta, plastica e alluminio, con prevalenza di carta (tetrapak);
- C/LDPE 90 significa che hai in mano un imballaggio composto da plastica e alluminio, con prevalenza di polietilene a bassa densità (confezione del caffè);
- C/GL 95 significa che hai in mano un imballaggio composto da vetro e plastica, con prevalenza di vetro (usato nella cosmesi).
Spero di essere riuscito a essere sufficientemente chiaro. Ora non dovresti più avere dubbi sul significato di tutti i codici del riciclo.
Comunque, per qualsiasi domanda ricorda che puoi mandarmi una mail a [email protected] o puoi mandarmi un messaggio su Facebook tramite la pagina di Rifiutologia.
I simboli del riciclo
Spesso il codice del riciclo non è sempre ben visibile o addirittura non è proprio presente.
Sempre più spesso invece sugli imballaggi si vedono riportati dei simboli grafici. Data la grande varietà di questi, non è sempre è facile interpretare correttamente ciò che si sta guardando e spesso, anziché aiutare, un simbolo porta solamente confusione.
Per questo motivo ho deciso di raccogliere i simboli (e i codici) che ritengo più comuni in una raccolta facilmente consultabile da tutti.
Anziché scrivere altre centinaia di parole ho deciso di presentarti questi simboli in un metodo alternativo che spero ti piaccia: un’infografica.
P.S. Ti ricordo che ho creato anche un’altra infografica che ricapitola i simboli grafici che fanno riferimento ai codici del riciclo per gli imballaggi plastici. Per poterla scaricare fai click qui sotto.
Ecco invece subito disponibile l’infografica sui simboli del riciclo. Con questa infografica concludo la seconda parte di questa guida. Come avrai notato questo articolo è molto ampio e ha richiesto molto impegno per essere creato. Spero che ti sia stato utile e che ti sia piaciuto 😀 A presto!
