Il 22 Aprile del 2013 Rossano Ercolini e Giorgio Del Ghingaro sono ospiti su Rai3 del programma Geo&Geo per parlare del movimento Rifiuti Zero.
Ma chi sono Ercolini e Del Ghingaro?
Rossano Ercolini è un maestro elementare che nel 1994 si è opposto alla costruzione di due inceneritori nella provincia di Lucca (uno dei quali a Capannori, nella sua città).
Da qui è iniziato il suo attivismo contro l’incenerimento dei rifiuti che lo ha portato nel 2013 alla vittoria del Goldman Environmental Prize, un importantissimo premio nel campo ambientale (una sorta di Nobel per l’Ambiente).
Rossano Ercolini, autore del libro “Non bruciamo il futuro“, è diventato l’emblema del movimento Rifiuti Zero in Italia.
Giorgio Del Ghingaro era l’allora sindaco del Comune di Capannori che ha appoggiato e aiutato Ercolini nella sua campagna. Ci vorrebbero più politici come lui!
L’intervista è molto interessante, spero che vi sia d’ispirazione.
Uno dei miei sogni è sempre stato quello di insegnare, di diffondere quello che imparato in anni di studio e di ricerca. Rossano Ercolini fa uno dei mestieri più nobili del mondo: insegna ai bambini.
E insegna ai bambini quali sono le regole per vivere in modo civile, sostenibile, green. Insegna ai bambini come si differenziano i rifiuti e come il concetto di rifiuto possa essere stravolto.
Se noi non mischiamo, i rifiuti non ci sono! I bambini prima ridevano e poi mi dicevano “sei un mago”
Il rifiuto non è uno scarto da smaltire ma una risorsa da sfruttare.
In quest’ottica Rossano non ha sopportato l’idea della costruzione di due inceneritori nella provincia di Lucca nel 1994 e vi si è fortemente opposto.
L’incenerimento non ha niente a che vedere con Rifiuti Zero.
Lo scopo principale degli inceneritori è la riduzione del volume dei rifiuti da depositare in discarica. E’ sicuramente vero che nel processo di combustione si recupera energia (con una efficienza molto bassa) ma si tratta comunque di una forma di smaltimento.
Considerare il rifiuto come una risorsa è un’altra cosa.
Il sacco del rifiuto indifferenziato: il centro di ricerca Rifiuti Zero
Come spiega nell’intervista, Rossano Ercolini nel centro di ricerca Rifiuti Zero di Capannori ha iniziato a studiare ciò che i cittadini non hanno differenziato. Per capire come il rifiuto possa diventare una risorsa, bisogna sporcarsi le mani e aprire i sacchi dell’indifferenziato.
Ha scoperto che nell’indifferenziato si trovavano soprattutto pannolini, capsule del caffè e scarpe. E su questo ha iniziato a lavorare.
Da qui si è capito che questi oggetti finivano nel cestino del secco residuo non per negligenza dei cittadini o per un loro errore, ma per un problema nella fase di progettazione dell’oggetto: alcuni oggetti vengono creati in un modo per cui risulti impossibile il loro riciclo.
Questo concetto si può definire come “responsabilità estesa del produttore“: il produttore dell’oggetto è il responsabile di questo “difetto di produzione” e quindi è lui stesso che deve intervenire.
Ercolini e Del Ghingaro perciò, per risolvere il problema, hanno deciso di mandare lettere a varie aziende produttrici per capire se si potesse fare qualcosa in merito.
Hanno ottenuto risposte più che positive e hanno iniziato a collaborare tutti insieme per la realizzazione di prodotti ecosostenibili (spiega dettagliatamente cosa è successo con le capsule del caffè nel suo libro).
Da questa esperienza cosa si impara? Si impara che raggiungere l’obiettivo Rifiuti Zero è un processo lungo e sicuramente impegnativo ma che in fondo è realizzabile.
Per poterlo realizzare però c’è bisogno dell’aiuto di tutti (cittadini, aziende, politica), c’è soprattutto bisogno di formare una coscienza civile molto forte, c’è bisogno di una buona raccolta differenziata.
Bisogna conoscere il problema e bisogna imparare a essere green modificando le abitudini più dannose per l’ambiente.
Questo nel box qui accanto è anche l’obiettivo del progetto Rifiutologia che ho deciso di lanciare.
Spero di riuscire a far capire a tutti l’importanza sociale di tutto ciò e spero di riuscire a coinvolgere più persone possibili.
Purtroppo ho l’impressione che la maggior parte delle persone non abbia ancora attribuito al problema rifiuti la serietà che merita.
Se tu non sei una di quelle persone e vuoi far parte del progetto Rifiutologia puoi condividere i miei articoli e puoi cercare di convincere i tuoi amici a seguire il blog in modo da creare una community di Rifiutologia sempre più grande in grado di diffondere il messaggio in tutta Italia. Grazie 🙂