Come fare la raccolta differenziata (pt. 1): la guida pratica definitiva per non sbagliare più

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Molti lettori mi hanno spesso chiesto consigli pratici su come fare la raccolta differenziata.

Le domande più frequenti sono state del tipo  “dove devo buttare questo materiale/prodotto?”, “prima di buttare una bottiglia nel cestino è necessario lavarla?”, “devo togliere le etichette dagli oggetti prima di differenziarli?”.

Finalmente avrai le risposte a queste e a tante altre domande sulla raccolta differenziata. La guida pratica tanto richiesta è finalmente arrivata.

In questa guida sulla differenziazione dei rifiuti non solo ti fornirò consigli pratici su come fare una raccolta differenziata perfetta senza commettere errori, ma ti fornirò anche delle conoscenze specifiche che ti aiuteranno in tantissimi casi pratici e a non avere più dubbi su come vanno differenziati i rifiuti.

Ti prometto che una volta letta questa guida, la raccolta differenziata non avrà più segreti per te e non avrai più l’ansia di differenziare male.

Come è strutturato l’articolo?

Prima di iniziare, ti informo che la guida sarà suddivisa in tre parti. Ho deciso di dividerla per evitare di pubblicare un unico lunghissimo articolo. Grazie al feedback dei lettori di questo blog (siete sempre di più, grazie mille!), ho capito che è preferibile scrivere articoli più brevi.

Per non perderti l’uscita dei miei articoli ti suggerisco di scrivere nel modulo qua sotto la tua email.

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Ora basta con tutta questa introduzione. Iniziamo con la guida sulla raccolta differenziata, buona lettura!

La raccolta differenziata si fa solo per imballaggi

come fare la raccolta differenziata imballaggi

La prima regola da conoscere per fare la raccolta differenziata dei rifiuti è che la raccolta differenziata si fa solo per gli imballaggi. Questa è una cosa che non va mai dimenticata e che spesso da sola risolve problemi e dubbi.

Per capire come si è arrivati alla decisione di fare la raccolta differenziata solo per gli imballaggi, ti suggerisco di leggere anche “Perché si fa la raccolta differenziata”.

La differenziazione dei rifiuti si fa in questo modo non tanto per un problema tecnico e tecnologico ma per un problema economico. Ora come ora il sistema di raccolta si basa su un contributo ambientale che viene pagato dai produttori di imballaggi (le aziende in questione fanno parte di un consorzio chiamato CONAI).

Non sarebbe quindi giusto far gravare sui produttori di imballaggi anche la raccolta e il trattamento di rifiuti che non sono imballaggi (come i tappi delle penne, i giocattoli ecc…). Qui il discorso si fa più articolato e complesso e preferisco non parlarne ulteriormente in questo articolo.

Questo è un imballaggio?

Appreso e fatto proprio il concetto fondamentale che la raccolta differenziata si fa solo per gli imballaggi, dovrebbe sorgere spontanea una domanda. Quando hai in mano un oggetto che vuoi gettare devi innanzitutto chiederti “Questo è un imballaggio?”.

  • Se la risposta è no, in linea generale, allora va buttato nel bidone dell’indifferenziato (ma vedremo che non sempre è così).
  • Se la risposta è si invece significa che puoi differenziarlo e quindi gettarlo nel cestino apposito.

Perciò per capire come fare la raccolta differenziata e per non sbagliare mai nella differenziazione dei rifiuti è importante saper riconoscere un imballaggio quando ce lo troviamo tra le mani. Per rispondere alla domanda “Questo è un imballaggio?” penso sia quindi opportuno e corretto fare riferimento alla normativa.

Il D.Lgs.152/2006 (il famoso Testo Unico Ambientale) all’articolo 218 dice che un imballaggio è “il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione…”.

In altre parole, un imballaggio è un qualcosa che serve a contenere la merce, a proteggerla, a trasportarla e ad agevolarne la vendita. Quindi, se ciò che abbiamo in mano assolve una di queste funzioni allora è un imballaggio.

La pellicola di plastica che avvolge la confezione da sei rotoli di carta igienica è un imballaggio in quanto agevola il trasporto e la vendita. Il pacchetto di patatine contiene la merce, la protegge, ne agevola il trasporto e la vendita. Stesso discorso per il barattolo dello yogurt, il sacchetto del caffè o la confezione dei biscotti.

Tutti questi oggetti, essendo imballaggi, possono essere gettati nel bidone della raccolta differenziata relativo al materiale di cui sono composti.


Ma Roberto, io so che posso buttare i giornali nel bidone di carta e cartone. E i giornali non sono imballaggi!! Sei sicuro che la raccolta differenziata si fa solo per gli imballaggi?!?


Effettivamente hai ragione, non ti ho detto tutto!

Le eccezioni alla regola fondamentale della raccolta differenziata

E’ importantissimo ricordarsi che esistono delle eccezioni alla prima regola. Alcuni oggetti che non sono imballaggi possono essere ugualmente differenziati.

L’esempio più lampante che ti dovrebbe subito venire in mente è quello dell’umido organico. Gli scarti di cibo, pur non essendo imballaggi, devono essere raccolti in modo separato.

A parte questo esempio quasi banale, voglio citarne almeno altri due.

Mi viene subito da pensare ai piatti e bicchieri monouso di plastica (ma non le posate!). Questi, nonostante non siano imballaggi, dal 2012 devono essere conferiti insieme agli imballaggi in plastica. Questa decisione è stata presa probabilmente a causa dell’ampio uso che se ne fa.

Per vivere in modo sostenibile, ridurre la produzione di rifiuti, ridurre l’utilizzo di plastica e per risparmiare consiglio sempre di evitare di usare piatti e bicchieri monouso (o qualsiasi altro oggetto usa e getta). L’alternativa rappresentata dai piatti in ceramica e dai bicchieri di vetro è sicuramente preferibile sia dal punto di vista ambientale che economico.

Il secondo caso lampante che vorrei citare è proprio quello della carta stampata. I giornali, le riviste, i quaderni possono essere conferiti insieme agli imballaggi in carta e cartone.

Attenzione però! Devono essere fatti solo di carta e non, ad esempio, di carta plastificata o di carta adesiva.

Adesso, presa conoscenza della regola principale e preso atto del fatto che esistono delle eccezioni a questa regola, rimane ancora un grande problema.

Quello a cui faccio riferimento è che spesso non si riesce a capire il materiale di cui è fatto un imballaggio e quindi spesso non si riesce a capire dove questo vada gettato. Vediamo se riesco a risolvere questo problema.

Poliaccoppiati: cosa sono e come riconoscerli

come fare la raccolta differenziata poliaccoppiati

Spesso ciò che è più difficile non è tanto riconoscere se un oggetto è un imballaggio oppure no ma è riconoscere la qualità di un oggetto, di cosa esso è fatto.

Questo accade soprattutto perché molti prodotti sono composti da due o più materiali non separabili che vengono chiamati poliaccoppiati.

E’ chiaro che essere in grado di capire esattamente da cosa è composto un imballaggio è di fondamentale importanza per sapere come fare la raccolta differenziata.

Devi sapere che i regolamenti ci consentono di buttare un poliaccoppiato nel contenitore relativo al materiale che lo compone maggiormente in percentuale.

In parole povere, se un oggetto è composto dal 70% di plastica e dal 30% di alluminio, va gettato nel bidone della plastica. Ma, come fare a sapere la percentuale di un materiale di cui è composto un oggetto?

Purtroppo non è semplice. La soluzione potrebbe essere risolta con il contributo delle aziende produttrici.

Se le aziende, in ogni confezione, scrivessero esplicitamente dove gettare il loro imballaggio, allora sarebbe molto più facile fare la raccolta differenziata. Si tratterebbe soltanto di leggere ciò che loro indicano nella confezione.

Quando si parla di imballaggi composti da un materiale poliaccoppiato, noi comuni cittadini possiamo sapere da quali materiali è effettivamente composto ma non possiamo sapere la percentuale di ognuno di questi.

Come ho già accennato poco fa, sarebbe importante conoscere l’esatta composizione del poliaccoppiato per capire in quale cestino della raccolta differenziata va gettato.

Nella maggioranza dei casi non ci è dato saperlo quindi bisogna spesso arrangiarsi con metodi, per così dire, artigianali!

Nel caso di un imballaggio composto da plastica e alluminio possiamo usare un metodo empirico per capire il materiale prevalente.

Se proviamo ad accartocciare l’imballaggio e questo tende a rimanere accartocciato, allora molto probabilmente è composto nella maggior parte da allumino (pensa al tipico comportamento dei fogli di alluminio: se li pieghiamo, rimangono piegati).

Se invece, accartocciando l’imballaggio, questo tende a tornare alla posizione di partenza allora probabilmente è fatto prevalentemente da plastica.

Quello che ti ho descritto ora è un metodo tutt’altro che scientifico. C’è però un modo infallibile per riconoscere di cosa è fatto un imballaggio e quale è il materiale prevalente nel caso si tratti di un materiale composto.

 

I codici del riciclo: un aiuto per fare la raccolta differenziata

come fare la raccolta differenziata codici riciclo

Devi sapere che esistono i cosiddetti “codici del riciclaggio” o “simboli del riciclaggio” o “codici/simboli del riciclo”.

I simboli del riciclo sono dei codici internazionali (quindi sono uguali in tutta Europa) che identificano univocamente il materiale del quale è costituito un oggetto e che sono uno strumento fondamentale per i cittadini che vogliono capire come fare una raccolta differenziata perfetta.

I codici del riciclaggio aiutano ma, purtroppo, c’è un problema. Il problema è che, benchè il codice di riciclaggio identificativo sia univoco, il suo utilizzo non è obbligatorio ma facoltativo.

All’articolo 3 della Decisione della Commissione Europea 97/129/CE si legge: “Il loro uso (dei codici del riciclaggio, ndr) sarà volontario, nel caso dei materiali plastici (…), dei materiali di carta e cartone (…), dei metalli (…), dei materiali in legno (…), dei materiali tessili (…), dei materiali in vetro (…), e dei materiali composti (…)”.

Ciò significa che sta alla volontà e alla sensibilità del produttore utilizzare il codice del riciclaggio per informare il consumatore della composizione dell’imballaggio.

Se fossi nella Commissione Europea cambierei questa decisione e renderei questi simboli del riciclo obbligatori per legge.

Troppo spesso infatti si vedono ancora imballaggi senza il codice di riciclaggio identificativo e quindi ancora troppo spesso noi cittadini non sappiamo dove buttare l’imballaggio che abbiamo tra le mani.

Impegnarsi per fare una perfetta raccolta differenziata è un dovere dei cittadini ma, se questo è vero, è vero anche che gli stessi cittadini hanno il diritto di essere messi nelle migliori condizioni per fare una raccolta differenziata degna di questo nome.

Ma andiamo oltre questa piccola parentesi polemica (che sono sicuro che anche tu condividerai con me).

Ora che hai scoperto l’esistenza di questi codici del riciclaggio, sarai curioso di scoprire che faccia hanno questi simboli e di quale sia il loro significato. Per farlo leggi la seconda parte di questa guida su come fare la raccolta differenziata .

Leggendo anche la seconda parte, sarai in grado di comprendere al meglio questi codici e di limitare di parecchio gli errori della tua raccolta differenziata.

Due domande sulla raccolta differenziata

come fare la raccolta differenziata 2

Prima di lasciarti vorrei rispondere a due domande che spesso mi sono state poste:

  1. Devo lavare l’imballaggio prima di buttarlo?
  2. Devo togliere l’etichetta prima di gettare un imballaggio?

Lavare un imballaggio o togliere l’etichetta prima di gettarlo sono sicuramente buone pratiche ma non sono necessarie.

L’unico accorgimento che dobbiamo avere è quello di non gettare gli imballaggi eccessivamente sporchi. E’ sufficiente rimuovere superficialmente (utilizzando semplicemente un po’ di acqua) i residui di sugo nelle bottiglie di vetro o nei barattoli di alluminio, i residui di tonno dai loro contenitori, il residuo di vino dalle bottiglie e così via.

Non è necessario lavare perfettamente l’imballaggio. E’ un’operazione laboriosa e poco compatibile dal punto di vista ambientale per l’inutile consumo di acqua, energia e detersivo che essa comporta.

Un discorso simile si può fare anche per le etichette: si deve eliminare solo quello che è facilmente asportabile senza impegnarsi troppo nel rimuovere etichette ostinate.

Ricorda che negli impianti di trattamento e recupero gli imballaggi vengono comunque sempre resi idonei al riciclo.

Conclusione

Devi ricordare sempre che la raccolta differenziata è fondamentale per permettere all’industria del riciclo di lavorare al meglio e che riciclando e riutilizzando i nostri rifiuti limitiamo l’estrazione di materie prime dalla Terra.

Capendo come fare la raccolta differenziata e riciclando impediamo che i nostri rifiuti finiscano nella camera di combustione di un inceneritore.

Sapere come fare la raccolta differenziata, rispettare le 4R dei rifiuti e vivere in modo sostenibile è di fondamentale importanza per permettere alle future generazioni di vivere in un pianeta sano e pulito.

Per tutti questi motivi è importante impegnarsi per conoscere al meglio la gestione dei rifiuti e tutto quello che essa comporta. E spero che Rifiutologia ti stia aiutando a farlo, a partire dalla prime due parti di questo articolo.

Nella terza parte della guida, troverai una lunga raccolta di oggetti e imballaggi che sono spesso problematici e causano errori nella raccolta differenziata. Per ognuno ho scritto dettagliatamente come va differenziato (o smaltito) e perché.

Perché non mi segui anche sui social network? Ho una pagina Facebook in cui pubblico ogni giorno qualcosa di interessante sul mondo dei rifiuti. Lì puoi trovare migliaia di persone che come te sono interessate a diventare dei cittadini migliori.

Si sta formando una community di persone attente all’ambiente e ai rifiuti. Tutti insieme discutiamo sulle più importanti notizie, ci supportiamo a vicenda e cerchiamo insieme nuove soluzioni ai problemi di sostenibilità. Ti aspetto su Facebook. A presto!

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