Perché si fa la raccolta differenziata? I concetti chiave

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Sei appena andato a buttare qualcosa nella spazzatura e ti sei chiesto perché mai devi sbatterti per fare la raccolta differenziata? Hai anche tu 4-5 bidoni in casa e vuoi capire perché si è deciso di iniziare a differenziare i rifiuti? Vuoi scoprire come si potrebbe raggiungere il famoso obbiettivo Rifiuti Zero?

Ho qui tutte le risposte alle tue domande! Prenditi 5-10 minuti liberi e buttati nella lettura di questo articolo.


Prima di iniziare però, dato che se sei finito in questo articolo molto probabilmente ti interessa sapere di più sulla raccolta differenziata, ti lascio il link alla guida completa sulla raccolta differenziata. La guida è divisa in tre parti:


Ok, ora ti ho detto tutto e puoi iniziare a leggere questo articolo. Spero ti piaccia 😀

La raccolta differenziata si fa solo per gli imballaggi

Ma che dici?? Perché non posso buttare il tappo della penna nel bidone della raccolta differenziata della plastica!? E’ fatto di plastica!!”. Questo è più o meno quello che un mio amico mi ha detto quando gli ho impedito di buttare un tappo nel cestino della plastica.

Inizialmente sono rimasto sorpreso ma poi mi si è accesa una lampadina e ho capito che non tutti sanno come funziona e perché si fa la raccolta differenziata.

Mentre scrivevo questo articolo ho voluto provare a mandare dei messaggi ad alcuni amici per vedere se la mia teoria fosse corretta. Guarda le foto per scoprire cosa è successo.

Te lo dico in modo chiaro e diretto: LA RACCOLTA DIFFERENZIATA SI FA SOLO PER GLI IMBALLAGGI

Bisogna però anche ricordarsi che esistono delle eccezioni. Per scoprire di più ti consiglio di leggere anche la guida “Come fare la raccolta differenziata“.

Chiedendo un po’ in giro a parenti e amici ho scoperto che non tutti conoscono questa “regola”.

E’ una cosa che un po’ mi sconvolge dato che è questa è la base di tutto il sistema di gestione dei rifiuti e quindi ogni cittadino dovrebbe esserne al corrente.

Le conseguenze che porta il gesto di buttare un tappo nel contenitore della plastica (o una lampadina nel vetro, o un tovagliolo sporco nella carta) sono molto ampie e impiegherei troppo tempo a spiegarle ora. Per ora posso dirti che il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) prende accordi con i comuni per ritirare solo ed esclusivamente gli imballaggi.

Arriviamo però subito al punto. Perché si fa la raccolta differenziata? Ci prendiamo la briga di differenziare i rifiuti in casa per un semplice motivo:

fare la raccolta differenziata permette all’industria del riciclo di lavorare al meglio

Questo è il vero motivo per cui dobbiamo differenziare i rifiuti. Se mischiassimo in un unico cestino la carta, la plastica, i metalli e l’umido sarebbe praticamente impossibile trarre valore dai rifiuti e poterli considerare come una risorsa.

Bisogna capire che i rifiuti diventano una risorsa quando mettiamo l’industria nelle condizioni di poterli riciclare per ricavarne oggetti nuovi senza però andare ad estrarre materie prime vergini.

Questo è il punto cruciale da capire per “apprezzare” la raccolta differenziata. Quando ci chiediamo “Ma perché devo separare tutti i rifiuti?” dobbiamo ricordarci che lo facciamo per dargli valore e per poterli riciclare.

Capito questo fondamentale passaggio, cerchiamo di capire perchè la raccolta differenziata si fa solo per gli imballaggi.

Ma perché la raccolta differenziata si fa per imballaggi? Come si è arrivati a questa decisione?

Nel 1997 nasce il Decreto Ronchi come recepimento delle direttive europee di qualche anno prima.

Se vuoi scoprire come si è arrivati al famoso decreto Ronchi ti suggerisco di leggere “La gestione dei rifiuti in Italia: la storia”.

Questa legge ha cambiato il modo di vedere rifiuti: da allora si è iniziato a parlare di gestione di rifiuti (e non di smaltimento), di rifiuti pericolosi e di imballaggi.

Ma perché proprio di imballaggi? Cosa hanno di così speciale?

Prima di ideare il concetto di raccolta differenziata gli ingegneri ambientali dell’epoca hanno studiato e hanno fatto numerose ricerche e analisi per capire da cosa fosse composto il rifiuto urbano che tutti producevano quotidianamente.

Si faceva (e si fa ancora oggi) quella che viene chiamata analisi merceologica. Si è così scoperto che la maggior parte di ciò che si trovava nella pattumiera era (ed è) composta da essenzialmente cinque frazioni merceologiche:

  • scarti di cibo;
  • plastiche;
  • carta e cartone;
  • vetro;
  • metalli.
imballaggi raccolta differenziata supermercato
Il passo successivo è stato quello di andare a vedere nel dettaglio da cosa fosse composta ognuna di queste cinque frazioni: si è notato che gran parte della plastica, carta, vetro e metalli erano (e sono) composte da imballaggi!

Da qui a decidere di fare la raccolta per imballaggi il passo è breve.

Il Testo Unico Ambientale all’art.226 dice “E’ vietato lo smaltimento in discarica degli imballaggi…”.

Il ragionamento era questo: se si fosse riusciti a raccogliere in modo differenziato gli imballaggi di ogni materiale si avrebbe avuto la possibilità di recuperarli e/o riciclarli anziché mandarli semplicemente ad incenerimento o a smaltimento in discarica.

E così infatti è stato. Si è passati dal 5-10% di raccolta differenziata degli anni ’90 al 52,5% del 2016 (dato Ispra).

Ti lascio il video di un servizio di SuperQuark che può aiutarti a capire un po’ meglio come funziona la differenziata.

Meglio fai la raccolta differenziata più sarà facile recuperare e riciclare i rifiuti.

Non dimenticarti mai che è la raccolta differenziata che pone le base per il riciclo dei rifiuti e quindi sei tu uno degli autori principali del sistema di riciclaggio dei materiali.

Ma cosa sono esattamente questi imballaggi di cui abbiamo parlato?

Cosa sono e come si suddividono gli imballaggi

Qual è la definizione esatta di imballaggio? Aspetta un attimo che vado a prendere il Testo Unico Ambientale (D.Lgs 152/06) e te la dico.

raccolta differenziata TU ambiente

Eccomi qua! Allora, siamo alla Parte IV (Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati), Titolo II (Gestione degli imballaggi), Art. 218 (Definizioni), comma 1.

Imballaggio: il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo.

Questa definizione è seguita da altre tre definizioni nelle quali è spiegato come sono suddivisi gli imballaggi. Questa volta non ti scrivo il testo integrale altrimenti ci annoiamo, le rielaboro io spiegando anche quali imballaggi dovremmo avere in casa e quali no.


Imballaggi primari o imballaggi per la vendita

Sono quelli indispensabili per la fruizione del bene (la bottiglia dell’acqua, la scatola delle caramelle, la busta delle patatine ecc…).

Sono a diretto contatto con il prodotto venduto e, soprattutto per quanto riguarda gli alimenti, svolgono una importante funzione igienico-sanitaria. Gli imballaggi alimentari di questo tipo sono assolutamente necessari per garantire la sicurezza del prodotto.

Sono legittimamente gestibili nel circuito degli urbani (cioè puoi buttarli nel cestino della spazzatura che hai in casa) perché sono gli imballaggi usati direttamente dal cittadino.


Imballaggi secondari o imballaggi multipli

Sono quelli che agevolano la vendita. Come quelli primari anche questi possono andare al cittadino ma in misura minore. Ciò significa che ha senso che alcuni imballaggi secondari finiscano nel circuito degli urbani, altri no. Facciamo degli esempi:

  • Le bottiglie d’acqua, per agevolare la vendita, sono avvolte in un film di plastica che finisce a casa nostra. Il film è un imballaggio secondario che è possibile gestire con i rifiuti urbani e quindi possiamo buttarlo nel cestino della plastica;
  • Il dispenser di cartone o plastica che si trova, ad esempio, nei bar dove è esposta una grande varietà di scatole di chewing-gum o caramelle è utile alla vendita in quanto ci presenta il prodotto e noi possiamo quindi scegliere cosa acquistare. Non è logico che uno si porti a casa questo imballaggio. Questo imballaggio fa parte del cosiddetto circuito della distribuzione (che non riguarda il cittadino ma le aziende);
  • Le confezioni di yogurt (imballaggio primario) vengono spesso vendute in gruppi di 6-10 tenute insieme da una “struttura” di cartone. Questo è un imballaggio secondario che ci portiamo a casa, così come, per fare un altro esempio, la scatola di cartone delle merendine.

Imballaggi terziari o imballaggi per il trasporto

Sono quelli che servono per facilitare il trasporto di un certo numero di merci e/o per evitare che esse si danneggino durante il tragitto.

Non dovresti mai averne in casa o buttarli nella tua spazzatura. Anche qui è meglio fare degli esempi per rendere tutto più chiaro:

La legge lo dice chiaramente (art.226 comma 2 del Testo Unico Ambientale): “… è vietato immettere nel circuito della raccolta dei rifiuti urbani imballaggi terziari di qualsiasi natura”.

  • Se per la tua casa compri tre condizionatori da mettere in varie stanze potrebbe accadere che il venditore ti porti i prodotti all’interno di una grande scatola per facilitarne il trasporto. Quella scatola è imballaggio terziario e il venditore è costretto a riportarsela via;
  • Per facilitare il trasporto di una lavatrice o un frigorifero spesso vengono utilizzati dei pallet. Ecco, i pallet sono considerati imballaggi terziari che non devono stare a casa tua;
  • Abbiamo detto che spesso gli yogurt vengono venduti in gruppi di sei confezioni tenute insieme da una “struttura” di cartone. Immagina di comprare dieci di queste “strutture” ognuna contenente i sei barattoli di yogurt. Il venditore potrebbe darti uno scatolone per facilitare il trasporto di tutto ciò che hai comprato. Tu quindi ti porti a casa gli imballaggi primari (i barattoli contenenti lo yogurt), gli imballaggi secondari (le “strutture” che contengono i barattoli) e l’imballaggio terziario utile solo al trasporto. Questo imballaggio terziario deve essere riportato al venditore.

Su cosa è incentrata la raccolta differenziata (a parte gli imballaggi)

Ora che abbiamo capito cosa sono gli imballaggi possiamo fare un passo più in là.

Se ci pensi bene infatti, ti accorgi che la raccolta differenziata in realtà non comprende solo gli imballaggi. In casa tutti noi abbiamo anche il contenitore dell’umido che sicuramente non è un imballaggio.

Gli scarti di cibo fanno parte del sistema di raccolta differenziata perché sono prodotti quotidianamente in grande quantità.

Ma oltre all’umido e agli imballaggi tutti noi differenziamo anche altri oggetti. Probabilmente ora non ti viene in mente niente perché questo tipo di raccolta non fa parte del normale circuito urbano.

Vediamo alcune di queste categorie.

Piccoli rifiuti pericolosi

In questa categoria possono ricadere le pile (quelle che mettiamo nel telecomando) o i medicinali scaduti. Questi rifiuti vanno raccolti in modo differenziato. Solitamente di fronte alle farmacie si trovano degli appositi contenitori per la loro raccolta. Evita di buttarli nell’indifferenziato!

Ingombranti e RAEE

Con rifiuti ingombranti si intendono i rifiuti, appunto, ingombranti!

Ricadono in questa categoria vecchi armadi che non usiamo più, sedie, materassi, scrivanie ecc… In questa categoria ricadono anche i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) come ad esempio vecchi computer, lavatrici, televisori ecc…

Per liberarti di questi rifiuti devi chiamare il Servizio Ingombranti del tuo comune e degli operatori verranno a prenderli direttamente a casa tua. Più comodo di così?! Altrimenti se preferisci potresti anche portarli direttamente tu nell’isola ecologica del tuo comune ma spesso non è semplice caricare un frigorifero nel cofano della macchina!

raccolta differenziata RAEE

Ora voglio dirti qualcosa che sono sicuro che ti sarà molto utile nella gestione dei tuoi RAEE, ti svelo un segreto…

Quando compri una nuova AEE (Apparecchiatura Elettrica ed Elettronica) come un computer, una lavatrice o un frigorifero il venditore è obbligato per legge a prendersi la tua vecchia apparecchiatura!

Si, hai capito bene! Non sei tu che devi occuparti della gestione del tuo vecchio frigorifero a patto che ne compri uno nuovo e che sia per uso domestico. E’ il distributore che deve occuparsene gratuitamente. Questo viene chiamato “uno contro uno“.

Il Decreto Ministeriale 65/2010 parla chiaro fin dall’articolo 1: “I distributori […] al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura elettrica od elettronica […] destinata ad un nucleo domestico assicurano il ritiro gratuito della apparecchiatura che viene sostituita.” E’ estremamente chiara.

L’articolo 1 inoltre prosegue con: “I distributori, compresi coloro che effettuano televendite o vendite elettroniche, hanno l’obbligo di informare i consumatori sulla gratuità del ritiro, con modalità chiare e di immediata  percezione,  anche tramite avvisi posti nei locali commerciali con caratteri facilmente leggibili”.

Questo significa che questa legge è applicabile anche quando si compra tramite televendite o siti internet. Come avrai letto, la legge inoltre obbliga i venditori ad informare i consumatori su questo servizio ma nessuno lo fa mai.

Badate che la marca dell’apparecchiatura non è importante e non è importante neanche il negozio in cui compriamo. Puoi comprare un televisore Sony da Trony e dare al venditore il tuo vecchio Philips che avevi comprato da Unieuro.

Nessuno vuole prendersi la briga di gestire una vecchia lavatrice o un vecchio computer quindi spetta a noi ricordare al venditore questa legge ogni volta che facciamo un nuovo acquisto.

Ma ti dirò di più! I distributori che hanno aree dedicate alla vendita di AEE superiori ai 400 metri quadrati sono obbligati a consentirti di conferire loro i piccoli RAEE che hanno dimensione minore di 25cm anche se non ne devi comprare un altro.

Puoi quindi tranquillamente portare in un grosso negozio un vecchio cellulare che hai ancora in casa, o una vecchia radiolina o un paio di cuffie. Leggi qui il decreto del 31 Maggio del 2016.

Quelli che ti ho esposto in questo paragrafo sono tutti diritti che abbiamo ma che spesso non conosciamo perché i venditori tendono a tenerceli nascosti (anche se la legge obbliga i distributori a informare in modo chiaro i consumatori).

Altro

Per farla breve ti lascio un piccolo esempio di altri oggetti o materiali che si raccolgono in modo differenziato:

  • Pneumatici fuori uso;
  • Tessili;
  • Scarti da demolizione;
  • Mozziconi di sigaretta;
  • Oli esausti;
  • Batterie al piombo;
  • Ecc…

Cosa si fa con i rifiuti indifferenziati

Fatta la raccolta differenziata rimane una frazione che chiamiamo secco residuo o rifiuto indifferenziato.

Cosa c’è in questo secco residuo? Da cosa è composto il rifiuto indifferenziato?

Bè, sicuramente ci saranno tutti quegli oggetti fatti di carta, plastica, vetro e metallo che non sono considerati imballaggi e che quindi non sono soggetti a raccolta differenziata.

Poi, dal momento che statisticamente pochissime persone fanno una raccolta differenziata perfetta, si troveranno degli scarti di cibo e degli imballaggi che sarebbero potuti tranquillamente finire nel giusto contenitore se solo si fosse prestata più attenzione.

La domanda che bisogna porsi ora è: ma perché ci interessa sapere cosa c’è nel secco residuo? Ci interessa perché dobbiamo sapere cosa farne.

L’Unione Europea dice che tutto ciò non possiamo evitare di produrre, o riciclare o riusare deve andare a una valorizzazione energetica termica (incenerimento).

L’analisi del rifiuto secco residuo è uno dei dieci passi fondamentali per raggiungere l’obiettivo Rifiuto Zero teorizzati da Paul Connett (prova a leggere il riassunto che ho fatto del suo libro “Rifiuti Zero: una rivoluzione in corso“).

Una volta tolti i materiali ancora recuperabili o riciclabili dal secco residuo, il resto viene mandato a recupero energetico.

E’ quindi fondamentale conoscere esattamente la composizione di ciò che andiamo a bruciare per poter prevedere ciò che ci sarà in uscita dai camini.

L’ultima domanda che voglio proporti è: come si potrebbe evitare di mandare i rifiuti ad incenerimento?

Dovremmo fare una raccolta differenziata perfetta (e quindi non avere neanche un kg di rifiuto indifferenziato) e avere una percentuale di riciclo di materiali pari al 100%.

Purtroppo questo obiettivo per ora è impossibile (la percentuale di riciclaggio della plastica per esempio è appena al 50%). Siamo ancora lontani dal raggiungimento dall’obiettivo Rifiuti Zero ma ci stiamo piano piano avvicinando.

Spero che l’articolo ti sia piaciuto e che l’abbia letto tutto! Se è così significa che hai apprezzato il mio lavoro e questo mi fa enormemente piacere! Perché non condividi l’articolo con i tuoi amici sui social? Per condividere l’articolo devi fare click su una delle icone che trovi subito dopo il titolo dell’articolo. Se invece vuoi entrare a far parte della community di Rifiutologia metti “Mi piace” alla pagina Facebook o seguimi su Instagram. Per farlo trovi i due pulsanti in cima all’articolo, sulla destra del titolo! Grazie 🙂

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